“Il Ponte Salario“.
Rappresenta l’antico Ponte Salario in Roma. L’acquaforte fu realizzata nel 1754
Anche questo lavoro si inserisce nel filone delle vedute più in voga durante l’epoca del Grand Tour (una sorta di pellegrinaggio laico e culturale delle élites europee del Settecento).
Il Ponte Salario era una struttura antichissima (oggi purtroppo rimane molto poco, per non dire nulla della struttura antica) costruita dagli etruschi e sotto il quale scorre l’Aniene, le cui acque alimentavano numerosi acquedotti romani. Secondo la tradizione i Romani in fuga vi transitarono dopo aver sottratto le donne agli sventurati Sabini, come raccontato nel celebre “Ratto delle Sabine”. Questo antico ponte vide i Goti di Ricimero accamparvisi durante la campagna contro il generale romano Antemio e che vide come tragico epilogo il saccheggio di Roma nel 472 d.C. da parte di Ricimero. Il ponte fu successivamente abbattuto nel 574 da Totila, durante la guerra Greco-Gotica, dopo la ritirata Gota successiva alla riconquista di Roma da parte di Belisario (generalissimo al comando dell’esercito romano d’oriente). Il Ponte fu ricostruito da Narsete (generale Bizantino che portò a termine la conquista della Penisola avviata con Belisario per conto dell’imperatore Giustiniano) che vi lasciò un’iscrizione: “Narsete uomo gloriosissimo, dopo la vittoria sui Goti e dopo aver restituito la libertà a Roma e a tutta l’Italia, restaurò il ponte di via Salaria distrutto fino all’acqua da Totila – crudelissimo tiranno – e ripulito l’alveo del fiume lo sistemò molto meglio di quanto fosse mai stato”. Fu probabilmente nel corso dell’ottavo secolo che la struttura venne fortificata con il torrione (che vediamo rappresentato nel render e prima ancora dal Piranesi nella sua opera). La struttura subì numerose distruzioni e ricostruzioni sino a quando nel 1930, nell’Italia Fascista, fu distrutto e ricostruito in cemento.
“Il Ponte Salario“.
Rappresenta l’antico Ponte Salario in Roma. L’acquaforte fu realizzata nel 1754
Anche questo lavoro si inserisce nel filone delle vedute più in voga durante l’epoca del Grand Tour (una sorta di pellegrinaggio laico e culturale delle élites europee del Settecento).
Il Ponte Salario era una struttura antichissima (oggi purtroppo rimane molto poco, per non dire nulla della struttura antica) costruita dagli etruschi e sotto il quale scorre l’Aniene, le cui acque alimentavano numerosi acquedotti romani.
Secondo la tradizione i Romani in fuga vi transitarono dopo aver sottratto le donne agli sventurati Sabini, come raccontato nel celebre “Ratto delle Sabine”.
Questo antico ponte vide i Goti di Ricimero accamparvisi durante la campagna contro il generale romano Antemio e che vide come tragico epilogo il saccheggio di Roma nel 472 d.C. da parte di Ricimero.
Il ponte fu successivamente abbattuto nel 574 da Totila, durante la guerra Greco-Gotica, dopo la ritirata Gota successiva alla riconquista di Roma da parte di Belisario (generalissimo al comando dell’esercito romano d’oriente).
Il Ponte fu ricostruito da Narsete (generale Bizantino che portò a termine la conquista della Penisola avviata con Belisario per conto dell’imperatore Giustiniano) che vi lasciò un’iscrizione: “Narsete uomo gloriosissimo, dopo la vittoria sui Goti e dopo aver restituito la libertà a Roma e a tutta l’Italia, restaurò il ponte di via Salaria distrutto fino all’acqua da Totila – crudelissimo tiranno – e ripulito l’alveo del fiume lo sistemò molto meglio di quanto fosse mai stato”.
Fu probabilmente nel corso dell’ottavo secolo che la struttura venne fortificata con il torrione (che vediamo rappresentato nel render e prima ancora dal Piranesi nella sua opera).
La struttura subì numerose distruzioni e ricostruzioni sino a quando nel 1930, nell’Italia Fascista, fu distrutto e ricostruito in cemento.